Randomize: Chapter 1

 


Stasera mi va solo di scrivere. Non so di cosa, di che, di chi e perchè.

Domenica. Il sole di domenica è sempre diverso da quello degli altri giorni. E' una sensazione che ho sempre avuto. 

Sono appena tornato da un'uscita del cazzo. Sono stato fuori ad un locale del cazzo a fare un cazzo. Ma che ci vuoi fare, ormai è così che funziona. Esci, stai fuori ad un bar che non porta mai un nome normale (Bakumba, Le Monde, Momart, Blabblò, Poppà e compagnia) a ricambiare gli sguardi della gente che passa e ripassa. Le strade circoscritte ai locali diventano autodromi. Mandrie di asini che girano in tondo fissandosi l'un l'altro con la tipica aria di sfida, insensata, che stupisce chi, come me, è uscito solo per bere qualcosa, conoscere qualcuno e fare qualcosa di diverso.

La sindrome della figa d'oro sta mietendo troppe vittime. Ormai, ste quattro stronzette, a 14 anni le vedi litigare tra di loro perchè poi l'amica è uscita con l'ex con il quale lei è stata 2 anni. 
Io a quell'età non sapevo neanche cosa fosse una ragazza.

Non sapevo cosa mettermi, così ho fregato una felpa a mia sorella. 

Perchè le idee migliori mi vengono sempre quando sto fra la gente? Tipo prima, osservando quell'orda di incapaci, ho avuto un paio di spunti carini. Ma adesso li ho dimenticati. In fondo, la stupidità fa solletico al cervello.

Domenica sera, tutti vestiti bene. Tipetto con la barba curata, foulard, camicia, giacca, cinta da qualche centinaio di euro ed occhialoni. Forse la felpa non è stata una buona idea.

Troppa gente che si bacia. Penso che ci si sforzi troppo a volersi innamorare. E tutti quei baci, assurdo. Ormai ci si bacia sui muretti, all'entrata dei bar, appoggiati ad una macchina, alla luce, al buio, tra la gente.
I baci diventano comuni e ripetitivi come… non lo so, un colpo di tosse, un saluto, un gol di Messi o mamma che non capisce mai che se i vestiti non stanno nella cesta, allora NON bisogna lavarli. 

D'altronde, la mia felpa mi piace un casino. Il tipo con il foulard può pure attaccarsi. 

Alcuni baci non potrei mai dimenticarli. A parte il primo (in un cesso scolastico), altri me li porto stampati addosso, come un tatuaggio. Quelli dopo una litigata, inaspettati, improvvisi, quelli che sanno di liberazione o di sesso, quelli belli, tanto belli, che senti ancora sulla lingua, sulle labbra, nello stomaco, silenziosi, quelli che invece fanno rumore, a stampo, veloci, a metà, smorzati e quelli che aspetti da tanto tempo, quelli che seppure hai dimenticato, sai che ci sono stati.

Ho sempre il timore di incontrarla. Non la conosco, mai vista prima, mai sentito la sua voce, eppure prima di entrare in qualsiasi bar di sabato o di domenica, inizio una scannerizzazione veloce di tutti i presenti nel giro di qualche metro quadro. Se nessuno corrisponde a un paio di occhioni marroni, capelli scuri, naso acuto e una sigaretta fra le dita, allora la zona è tranquilla. E' assurdo. 

La cosa assurda dei baci è che non ricordi mai quale possa essere stato l'ultimo. Quando lo dai sei sempre troppo felice per poter pensare che non possano essercene altri. Eppure…

Nonostante tutto, il tipo col foulard mi sta proprio sulle palle.

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1 Response

  1. anonimo says:

    "la stupidità fa solletico al cervello"…la somiglianza dei nostri di cervelli, invece, solletica il mio sorriso. Sofia