La schiavitù legalizzata

Cari giovani adulti che per la prima volta nella vostra vita vi state affacciando al mondo del lavoro. Oggi parlerò di voi, di me. Molti nemmeno sanno che esistiamo. Eppure siamo in tanti.

Sapete cosa fa un ragazzo che, conclusi gli studi superiori, decide di andare all’università e trovarsi un lavoro? Sia chiaro, non parlo di un lavoro da €1,200,00 al mese, ma di qualche mansione per alleggerire il carico a chi ti paga gli studi, l’affitto e le bollette. Non potete immaginare cosa significhi poter dire a telefono “Tranquilli, per questa settimana sto a posto così”.
La prima cosa che uno fa quando decide di rendersi utile economicamente è mettersi al PC e navigare tra le offerte di lavoro.

Il risultato?

Fra gli annunci non c’è niente, il futuro è cominciato già!” canta Ligabue nel suo nuovo album.

Scorri tra gli annunci, qualche pizzeria cerca cameriere (ovviamente, con esperienza), un paio di offerte per badanti (meglio se straniere), pizzaiolo con anni di carriera e, per finire, una miriade di call center.

Call center. Centralinisti. Promoter. Consulenti. Significano tutti la stessa cosa: venditori di stronzate. E vi spiego il perchè.

Parto col dirvi che ho lavorato in due call center.

Nel primo ci sono stato quasi 5 mesi. Dalle 14.00 alle 18.00. €200 al mese più una somma che andava dai 7 ai 15 euro (o qualcosa del genere) per ogni contratto chiuso. Andai via principalmente per 3 motivi: 1) dopo 4 mesi, ovvero circa 280 ore di lavoro, la filastrocca “Salve sono Francesco e la chiamo da…” iniziavo a sognarmela anche la notte. E sognavo anche i “vaffanculo!” che ricevevo nel 95% dei casi. 2) Mi ero rotto le palle di vendere bugie alla gente. La maggior parte delle volte, oltre a dover convincere le persone, ti ritrovavi anche a promuovere un prodotto che era decisamente meno conveniente di quello che già avevano. La situazione era chiara: l’unico modo per vendere e guadagnarci era farlo con le bugie. Ma le bugie non si potevano dire (penso fosse illegale). Allora la soluzione era quella di dire bugie mascherate da verità. Abbindolare. Imbrogliare. Fottere. Altrimenti licenziato.  3) Non ci crederete, ma c’erano persone, miei colleghi visionari, che credevano veramente di rendere il mondo un posto migliore con quel lavoro di merda che facevano. Stare in mezzo a tanti Steve Jobs con cuffiette e microfono quando volevo solo racimolare qualche soldo era snervante. Così me ne andai.

La seconda esperienza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ durata solo 4 giorni  e diversamente dalla prima dove, tutto sommato, non sono stato poi così male, porto con me dei volti e dei discorsi imbarazzanti.
Innanzitutto il “corso di formazione”. Tipo addestramento per diventare veri soldati venditori di cazzate.
3 giorni di “dovete dire questo” e “non dovete dire quest’altro”, l’importanza di venire a lavoro sempre col sorriso, schemi, schemini e tabelle che neanche al corso di Sistemi Operativi ho visto.
3 giorni in cui ti spiegano per filo e per segno come, con che tonalità, a che punto, con che espressione e pure con che faccia sparare stronzate al telefono.
3 giorni in cui ti dicono pure, a fine lezione, il tipico “Ti faremo sapere…” perchè mica è sicuro che ti prendono??? Eh!!! Fosse così facile!!!
3 giorni in cui ti dicono di tutto ma l’argomento “Salario” te lo spiegano tipo una mia prof. del liceo che quando non sapeva come spiegare una cosa, farfugliava alla Massimo Troisi.

Così il 4° giorno mi chiamano (dato che in mezzo a quei poveretti ero l’unico che non ignorasse l’esistenza del congiuntivo) e mi dicono di andare a lavoro.

€1 l’ora.
Me lo dice il tipo al quale mi hanno affiancato.
Circa €70 al mese. Inoltre i contratti, nel caso qualche Dio ti prenda in simpatia e te ne faccia chiudere uno, vengono pagati dopo 2 mesi dall’attivazione. “Sempre se non se ne dimenticano. Infatti io vado sempre a controllare”, mi dice poi il ragazzo. Così faccio un mezzo sorriso, aspetto la fine dell’orario lavorativo e me ne vado. Per non tornare più. Andassero a fanculo.

La morale di questo post non sta nell’informarvi quanto paghino poco i call center, ma come ci si sente quando cerchi lavoro e questi siano gli unici ad offrirne.

L’unico settore sempre pronto ad offrire lavoro in Italia è lo stesso che ti paga €70 al mese per imbrogliare la gente. Poi accendi la televisione e li senti parlare di come si impegnano a risollevare l’economia del paese. Non vi viene da ridere?

Volete una ripresa economica? Licenziatevi dai call-center! Così nessuna famiglia italiana dovrà più sborsare soldi per un prodotto del quale qualcuno li ha convinti di aver bisogno. Come voi non avete bisogno di lavorare per delle società che se ne fottono di voi, se ne fottono dei cittadini italiani, se ne fottono della crisi che viviamo tutti i giorni e che pagano il vostro tempo una miseria. Licenziatevi perchè non chiuderanno altrimenti. Siamo noi che li mandiamo avanti, studenti, disoccupati, mogli casalinghe, siamo noi il carburante di questo sistema malato.
Suona difficile perchè sembra non esserci alternativa, suona difficile perchè in qualsiasi posto, su qualsiasi sito, in qualsiasi bacheca le uniche offerte di lavoro partono da loro. Ed è per questo che l’ho definita schiavitù legalizzata.
Se per ogni call-center che chiude aprissero una pizzeria, avremmo centinaia di nuovi camerieri, pizzaioli e chéf che trovano un lavoro. Tutta gente che vende sorrisi, sazietà e serate in compagnia… mica stronzate al telefono!

 

 

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