Aggiornamenti…

Vi presento i miei nuovi amici: penna, quaderno, evidenziatore, caffeina, lampada e pdf.

Col passare degli anni mi sono accorto che mi è sempre più difficile parlare di me, delle mie cose e dei miei casini rispetto a qualche tempo fa, quando un post ogni due era oggetto di scazzi vari, lamentele e compagnia bella. Chissà se avevo più roba da raccontare prima o meno voglia di raccontarla adesso…

Parto subito con la novità più grande: mi sono trasferito e vivo da solo. Cioè, non proprio da solo…
Marcello, Emanuele e Davide sono i miei coinquilini. Dividiamo un appartamento su due piani oltre ai casini della vita universitaria.

Università… ma andiamo con ordine.

La pratica LICEO è stata archiviata con un bel 73. “Bel” perché l’ho ottenuto con uno sforzo infinitamente inferiore a quello richiesto da qualsiasi altro liceale pluri-indebitato. C’è gente che si è ammazzata per un 60…
Ad ogni modo la mia politica è sempre stata quella del “Massimo risultato col Minimo sforzo”, incurante dei continui “Se studiassi saresti uno dei migliori del bla bla”, croce e delizia di me stesso, l’ho sempre pensata come quello che disse “La vita è troppo breve per fare le cose che non ci piacciono”. E visto che io ne ho la possibilità…
Mi sono iscritto all’Università di Salerno e studio Informatica, Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (perché sto parlando come Facebook?) e da circa 6 mesi vivo qui. Perché Trenitalia mi sta sul cazzo.
Il punteggio richiesto per i test d’accesso era di 11/20 e io ho preso 11. (Massimo risultato con il Minimo ecc. ecc. [oltre a una buona dose di culo])

Come dicevo, non vivo più con la mia famiglia. Ho cercato un lavoro per alleggerire il carico a mio padre ma l’unica cosa che ho trovato è stato un call-center che mi avrebbe pagato €1 all’ora per vendere bugie alla gente.
Sia chiaro, non che mi dispiacciano le bugie… è che proprio non ci riesco a lavorare in mezzo a chi le spara più grosse di me.
E quindi sono rimasto senza lavoro.

Come dicevo, vivo da solo.

Distaccarsi dall’ambiente familiare non è facile. Come non è facile rimanerci dopo i 18 anni.
Mi mancano i miei fratelli, mi manca scendere in cucina e iniziare lotte epiche. Mi manca mia madre, che sento tutte le sere. Sorrido quando ripenso a tutte le volte che l’ho presa in giro perché stava ore a telefono con la sorella che vive a Roma.
Tralasciato il lato sentimentalmente drammatico, comunque, vivere da soli è tutta un’altra storia. Che poi, come vi ho anticipato, solo proprio non sono.
Oltre ai tre moschettieri, non sono più così distante da Francesca. Viviamo quasi insieme. Quasi.
E’ bello sapere di avere qualcuno che sta lì a rimediare ai disastri che ti aveva avvisato di non creare. E’ bello cucinare, studiare insieme per 9 ore di fila e avere il culo piatto a causa delle sedie (scomodissime) della Biblioteca, è bello decidere di dormire insieme e lamentarsi di non aver deciso diversamente quando invece dormiamo distanti. Ci sono tante cose belle e tante cose brutte che poi brutte non sono perché quelle belle sono più importanti. E non sto qui a raccontarvele tutte perché non avrebbe senso.
Questo è quanto, gente.

Alla prossima!

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